Nasce il Comitato Romano della campagna IoAccolgo
Primo passo: la richiesta di una moratoria delle fuoriuscite dai centri di accoglienza.
Perché il freddo non è un imprevisto
Emergenza abitativa, emergenza rifiuti, emergenza decoro, emergenza migranti, emergenza freddo. L’emergenza, a Roma come a livello nazionale, è divenuta la chiave attraverso la quale mobilitare risorse e azioni straordinarie con cui affrontare le situazioni più diverse, comprese quelle legate a disagio e povertà, su cui si continua ad agire con sgomberi, ordinanze, senza proporre alternative a migliaia di persone costrette a vivere per strada o in insediamenti informali sul territorio cittadino.
Come promotori del neonato Comitato Romano della Campagna IoAccolgo intendiamo rimettere al centro la dignità e diritti delle persone, con l’obiettivo di ridurre gli effetti negativi provocati dalle ultime riforme legislative in materia di “sicurezza”, asilo e immigrazione. Vogliamo dare voce e visibilità ai tanti cittadini che condividono i valori dell’accoglienza e della solidarietà e che vogliono esprimere il proprio dissenso rispetto alle politiche securitarie che colpiscono non le diseguaglianze, ma i poveri. Il Comitato romano della Campagna IoAccolgo, in linea con gli obiettivi della campagna a livello nazionale, si impegna a promuovere e rafforzare a Roma interventi di accoglienza diffusa, azioni di tutela dei diritti e servizi di inclusione sociale di richiedenti asilo e titolari di protezione espulsi dal sistema di accoglienza proprio a causa del cd. decreto sicurezza dell’ottobre 2018.
Negli ultimi anni, durante l’inverno, sono morte alcune persone – italiane e straniere – costrette a vivere per strada a causa della mancanza di un numero adeguato di posti letto nell’ambito delle strutture ricettive presenti sul territorio comunale. Quattordici i decessi, solo nell’inverno dello scorso anno. Il nuovo piano freddo messo a punto dal Comune di Roma – che prevede 450 posti totali – appare del tutto insufficiente a garantire che queste tragedie non si ripetano. In particolare dopo una lunga stagione di sgomberi, che ha causato il proliferare degli insediamenti informali.
Sono i cittadini stranieri i più esposti ai rischi di questo tipo, soprattutto in seguito alle nuove previsioni normative in materia di immigrazione e asilo: infatti, secondo le nostre stime (ActionAid), circa 600 posti in accoglienza sono stati persi, tra dicembre 2018 e luglio 2019, nei CAS del territorio dell’area metropolitana di Roma. Roma, inoltre, rappresenta la principale destinazione anche per tutti coloro che per diverse ragioni sono usciti dalle strutture di accoglienza gestite dalle diverse prefetture del Lazio.
Ecco alcuni dati su cui riflettere in base alle fonti disponibili. Nelle 54 strutture di accoglienza gestite dall’Ufficio immigrazione sono attualmente ospitate 2.982 persone: 2.505 sono inserite nel sistema SIPROIMI, ex-Sprar (49 strutture) mentre solo 477 sono i posti nel Circuito cittadino, in 5 centri accessibili non solo a beneficiari di protezione.
Appare evidente come il circuito cittadino non rappresenti che una porzione residuale dell’accoglienza in città, mentre i numeri di chi ha richiesto accoglienza nella Capitale tramite l’Ufficio immigrazione del Comune tra il luglio 2017 e l’ottobre 2019 – e cioè 7.657 persone – sono impressionanti e indicativi dell’inadeguatezza sempre più marcata del sistema di accoglienza: tra quanti si sono rivolti allo Sportello Unico, molti sono i titolari di protezione umanitaria, ora abrogata (1.742 casi), e sono circa 1.400 le persone irregolari.
A tutte queste situazioni bisognose di accoglienza, dobbiamo aggiungere, secondo le stime aggiornate al 2018 della comunità di Sant’Egidio, le circa 8.000 persone senza fissa dimora presenti a Roma e più di 3000 persone costrette a vivere all’aperto o in ripari di fortuna.
Alla luce di questi elementi, abbiamo chiesto un incontro alla Sindaca Virginia Raggi, agli assessori competenti e a Gerarda Pantalone, Prefetta di Roma, per esporre loro le nostre richieste:
– una moratoria sulle dimissioni dai centri di accoglienza fino al 30 marzo 2020, permettendo di trascorrere al riparo i mesi più freddi a coloro che rischiano di essere estromessi dalle strutture per decorrenza dei termini;
– un’estensione del periodo di tolleranza da 3 a 10 giorni in caso di allontanamento spontaneo e/o non autorizzato dal centro di accoglienza, prima di procedere alla revoca;
– la possibilità di riaccogliere nelle strutture prefettizie e del Siproimi, fino al 30 marzo 2020 chi, allontanatosi negli ultimi 3 mesi e con un titolo di soggiorno valido, versa ora in una condizione di vulnerabilità e disagio anche abitativo.
Sono interventi di buon senso, a breve termine, che non risolverebbero le gravi criticità evidenziate nell’ambito dell’accoglienza nella Capitale, ma permetterebbero una temporanea riduzione dei danni causati dalle politiche messe in atto negli ultimi tempi, a livello nazionale e locale, tracciando una discontinuità rispetto alle scelte più recenti dell’amministrazione. Il nostro obiettivo è uscire dall’unica reale emergenza che stiamo vivendo, che vede le politiche sociali al collasso, sacrificate per lasciar spazio alla criminalizzazione dei migranti, dei poveri, degli altri.
Invitiamo tutti e tutte ad unirsi alle attività del nostro Comitato romano e a sottoscrivere l’appello lanciato a livello nazionale per l’abrogazione dei decreti sicurezza: https://ioaccolgo.it/firma-lappello. È il momento di metterci la firma e scegliere da che parte stare.
Per il Comitato Romano di IoAccolgo:
A Buon Diritto, Acat Italia, ACLI Roma APS, ActionAid, AFN Onlus, ALI, ALTERNATA S.I.Lo.S. onlus, AOI, ARCI Roma, ARCS, BeFree cooperativa sociale contro tratta, violenze, discriminazioni, Caritas Roma, CGIL Roma e Lazio, CIR Onlus, CNCA Lazio, COMI – Cooperazione per il Mondo in via di sviluppo, Comunità S. Egidio, Ero straniero, FCEI, FOCSIV Ong Federate Roma, Focus-Casa dei diritti sociali, Fondazione Migrantes, coop. Idea Prisma 82, INTERSOS, il Tetto Casal Fattoria, Istituzione Teresiana, Legambiente Lazio, Lunaria, Medicins du monde, Medici Senza frontiere, National Association Intercultural Mediators – NAIM, PRO.DO.C.S, Refugees Welcome Italia – Gruppo territoriale di Roma, Saltamuri, UIL Lazio, Unione Nazionale Italiana per i Rifugiati ed Esuli – Unire, Unione degli Studenti.
Per informazioni contatti: [email protected]